Sale Iodato: proprietà, uso, valori nutrizionali

Il sale iodato è il più comune insaporitore utilizzato in cucina, ricavato dai processi di lavorazione delle acque di mare oppure dalle miniere di salgemma, addizionato quindi artificialmente con la presenza di iodio, nello specifico di iodato di potassio.

Le singole quantità di iodio vengono stabilite in base alle diverse popolazioni, mentre sul territorio italiano i valori standard riportano 30 milligrammi di iodio per 1 chilogrammo di sale iodato. Il fabbisogno di sale si attesta, nella popolazione adulta, a 150 microgrammi giornalieri.

Il sale iodato è stato proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità contro le carenze provocate dai disordini di una scarsa assunzione iodica, in quanto un deficit a livello di iodio è in grado di portare a condizioni particolarmente serie di salute, come al ritardo dello sviluppo cognitivo e fisico nei soggetti bambini. Una carenza di iodio nei soggetti adulti è in grado di provocare la patologia del gozzo, con conseguenze più o meno rilevanti a seconda delle casistiche.

I deficit di una carenza di iodio tuttavia dipendono e interessano solamente alcune aree specifiche del pianeta dove la sua presenza come minerale nel terreno è soggetta a variazioni. In Giappone sussiste invece il problema contrario dovuto ad un eccesso di iodio, presente soprattutto nelle alghe, alla base della tradizione culinaria della popolazione, dove vengono spesso attuate misure di prevenzione contro i sovradosaggi. Nonostante attraverso il rilascio delle urine l’organismo sia perfettamente in grado di eliminare gli eccessi di iodio questi possono comunque apportare diversi disturbi.

Il sale iodato, nelle giuste proporzioni di assunzione, si rivela indispensabile per la funzionalità dell’organismo umano.

 

SALE IODATO: PROPRIETA’ BENEFICHE E VALORI NUTRIZIONALI

Il sale iodato, comunemente impiegato in cucina per esaltare il sapore degli alimenti altrimenti più neutri, deve essere introdotto in fase adulta e giornaliera negli adulti in proporzioni di 150/180 microgrammi, mentre le donne in stato di gravidanza dovranno invece assumere 50/100 microgrammi giornalieri di sale iodato in più rispetto al fabbisogno standard.

Il sale iodato si rivela particolarmente importante nei soggetti che soffrono di problemi alla tiroide in quanto è in grado di intervenire contro i suoi possibili disturbi e disfunzioni. Tra le altre proprietà benefiche si trovano un miglioramento della salute della pelle, della prontezza mentale, dei denti e delle unghie, dei capelli, della regolarizzazione dei processi metabolici, nella stimolazione dei grassi in eccesso, oltre allo sviluppo dell’energia e della crescita.

Il consumo di sale iodato è inoltre favorito dal suo economico costo di mercato, rappresentando una fonte essenziale e del tutto sostenibile. Lo iodio presente nel sale viene assorbito nell’organismo attraverso la pelle, il tratto gastrointestinale, trasportato infine dal flusso sanguigno alla tiroide.

La tiroide trattiene circa un 30% di iodio per eliminare il resto attraverso le urine, la bile, il sudore, la saliva e le lacrime. A livello nutrizionale il sale iodato non presenta calorie, mentre tra ii suoi effetti collaterali, dovuti agli eccessi, si riscontra ipertensione e la possibilità di sviluppare osteoporosi e tumori allo stomaco.

In cucina viene utilizzato per insaporire qualsiasi piatto salato, mentre negli impasti dolci viene normalmente aggiunto sotto forma di un pizzico per conferire la giusta dose di proporzione tra gli ingredienti. Il sale viene inoltre utilizzato come metodo di conservazione alimentare, basti pensare a tutti i cibi sotto sale e per alcuni metodi di cottura.