Intossicazione da Paracetamolo per Sovradosaggio Tachipirina

La tachipirina, ovvero il principio attivo contenuto nel medicinale conosciuto come tale, il Paracetamolo, è una delle medicine a cui spesso gli italiani ricorrono per far passare mal di testa, febbre o altri dolori, grazie alla funzionalità analgesica ed antinfiammatoria.

La Tachipirina, in tutti i suoi formati, compreso quello liquido molto pubblicizzato, è uno dei farmaci da banco più venduti al mondo e condivide questo primato con la nota Aspirina della Bayer (il principio attivo acido acetilsalicilico).

Insieme all’aspirina, la Tachipirina è anche quel medicinale spesso più utilizzato nel fai-da-te, ovvero in quelle pratiche che molte persone pongono in atto al fine di automedicarsi o trattare sintomi influenzali come raffreddore e dolori acuti ovvero cronici, considerata la facilità nel reperirlo ed acquistarlo.

La facilità con la quale compriamo il Paracetamolo, induce le persone a credere che questo medicinale sia estremamente sicuro e si possa utilizzare largamente, arrivando, nei casi più eclatanti, anche a somministrarlo senza preoccupazioni ai bambini ovvero le donne incinte.

Attenzione. Non c’è alcun pericolo intrinseco nell’utilizzo del paracetamolo, ossia della Tachipirina, ma occorre rispettare la posologia indicata nel bugiardino. Bisogna leggere attentamente il foglio illustrativo e seguire tassativamente le istruzioni sulle dosi raccomandate, soffermandosi nel leggere le parti relative ai casi di persone che presentano particolari patologie, soprattutto quelle a carico del fegato: in tal caso il rischio di assunzione aumenta ed occorrerebbe rivolgersi preventivamente al medico curante.

Non vogliamo di certo allarmare nessuno, semplicemente informare affinché l’abuso di farmaci lasci il posto a pratiche consapevoli e oggettivamente responsabile. Il problema è serio e reale. Il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano, registra ogni anno, in media, circa 8mila casi di avvelenamento da sovradosaggi di farmaci ed il paracetamolo è il primo di questa lista nera: i casi più eclatanti, quelli statisticamente maggiori, riguardano la somministrazione di tachipirina in dosi maggori rispetto ai livelli consentiti, a bambini di età inferiore ai 6 anni. Fatto questo appunto, anche i casi che coinvolgono gli adulti, sulla loro stessa pelle, non sono di certo inferiori.

Secondi i dati elaborati dal Centro Antiveleni, il sovradosaggio di Paracetamolo si verifica in questi casi:

  • Accidentalmente, senza cognizione di causa.
  • Incautamente, ossia se ne assume una dose superiore perché lo si percepisce come sicuro.
  • Erroneamente. Ci sono casi in cui si assumono medicinali di marche diverse senza leggere, né verificare che si tratta sempre di paracetamolo come principio attivo.

 

Sintomi Sovradosaggio da Paracetamolo

I sintomi d’avvelenamento, ovvero intossicazione da paracetamol (Tachipirina) sono molto eterogenei e aspecifici, con un focus estremamente grave a carico della ghiandola epatica. In generale possiamo preoccuparci se, dopo aver assunto una dose eccessiva di questo farmaco presentiamo uno o più di questi sintomi:

  • Nausea.
  • Vomito.
  • Dolore addominale.
  • Danno Epatico che può culminare con la necessità di un trapianto di fegato ovvero al decesso del paziente nei casi gravi.

Come potete ben comprendere, il rischio più grave nell’assumere alte dosi di questo formaco riguarda la sua epatotossicità, ovverossia il rischio d’intossicare il metabolismo delle cellule epatiche e condurle alla morte cellulare: rischio molto più alto nel caso il soggetto che abusa del farmaco presenti patologie a carico del fegato, dei reni oppure abbia problemi di alcolismo (considerata la tossicità dell’alcol che amplifica poi gli effetti del principio attivo).

Alcuni ricercatori dell’Australian Institute of Health and Welfare, hanno confermato, attraverso uno studio, la possibilità che alte dosi di paracetamolo cagionino danni e lesioni al fegato: in base ai loro dati, una persona di peso medio che assumesse quotidianamente dosi superiori ai 4 grammi, potrebbe incorrere in gravi conseguenze a livello epatico.

Un altro studio, di alcuni ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Leed, nel Regno Unito, ha cambiato anche la prospettiva della questione, focalizzandosi non sulle problematiche del sovradosaggio, ma su quelle del dosaggio prolungato, ossia l’assunzione di paracetamolo per periodi di tempo molto lungo. Ebbene, dai risultati emersi dallo studio, sorgerebbero maggiori rischi di problemi cardiaci, gastrointestinali e renali se si utilizzasse la tachipirina per molto tempo, seppur alle dosi consigliate.

Quando assumiamo il farmaco dobbiamo farlo seguendo le regole, le istruzioni, ma avendo l’accortezza di non farlo troppo a cuor leggero. Nonostante non subentri alcun sintomo subito, tra quelli descritti, questo non significa che siamo al riparto da eventuali problemi nel caso avessimo assunto maggiori dosi del farmaco rispetto quelle indicati: molti soggetti, pur non presentando sintomatologia specifica nelle 24 ore successive al sovradosaggio, possono verificare i disturbi anche dopo un giorno.

Altri ancora, sempre nel caso di abuso del farmaco, potrebbero riportare sintomi aspecifici (come abbiamo già detto) come vago dolore addominale, oppure nausea.

In conclusione possiamo affermare perentoriamente che il Paracetamolo, così come altri farmaci, è importantissimo e la sua funzionalità non è messa in discussione in nessun caso. Come gli altri farmaci, però, la Tachipirina va utilizzata solo se strettamente necessario e nei casi prescritti dal bugiardino ovvero dietro consulenza del medico di base, con il quale è possibile anche parlare telefonicamente, visto che conosce la vostra situazione clinica.

Occorre sensibilizzare la comunità ed i cittadini tutti ad uso più consapevole dei farmaci e meno consumistico proprio per evitare rischi di sovradosaggio e abusi vari per qualunque sostanza.