Wasabi: caratteristiche, utilizzi in cucina, effetti collaterali

Il Wasabi, denominato nello specifico Eutrema japonicum o ravanello giapponese, consiste in una tipica pianta del Giappone appartenente alla famiglia delle Brassicacee. Il Wasabi cresce soprattutto nelle aree più fredde a ridosso dei fiumi giapponesi, in habitat quali valli e zone montane. Il suo utilizzo risulta particolarmente noto in cucina, paragonata ad una delle spezie orientali maggiormente conosciute associate ai ristornati di sushi.

Direttamente dal rizoma della pianta si ottiene una pasta di colore verde, sotto un sapore decisamente piccante, parte tradizionale della cucina giapponese e di quella occidentale odierna. Ma quali sono le sue caratteristiche principali e i suoi effetti collaterali? Attraverso questo nuovo articolo ci occuperemo di approfondire tutto ciò che riguarda la spezia del Wasabi, soffermandoci sugli impieghi in cucina, gli abbinamenti e gli effetti collaterali per la salute legati all’eccessiva assunzione.

Wasabi: caratteristiche specifiche

Il Wasabi viene ricavato dal rizoma della pianta, la quale cresce spontaneamente delle aree più fredde del Giappone, importata odiernamente anche in Occidente grazie ai ristoranti di sushi e al suo impiego in cucina. Le tipologie più diffuse sul mercato del Wasabi appartengono alle specie E. japonicum var. Daruma e var. Mazuma, spesso abbinate all’utilizzo di rizomi di altre piante come la Cardamine pseudowasabi. Il Wasabi viene utilizzato all’interno della cucina giapponese per accompagnare i piatti di pesce crudo come il sushi e il sashimi, sciolto all’interno della classica salsa di soia.

In abbinamento al pesce crudo il Wasabi esercita un’importante azione digestiva e antibatterica, rendendo la spezia indispensabile per l’accompagnamento di tali portate. In commercio il Wasabi risulta reperibile sotto forma di polvere oppure pasta dal tipico colore verde, mentre le forme essiccate tendono a perdere il caratteristico aroma della spezia stessa. A causa dell’alto costo di mercato esistono diverse contraffazioni di Wasabi, motivo per il quale in Giappone tale spezia viene contrassegnata dalla dicitura ‘hon-wasabi’, tradotta in ‘Wasabi originale’. Il rizoma della pianta viene grattugiato, utilizzando anche le parti del  gambo, foglie e fiorellini in altre ricette culinarie.

Wasabi: benefici e controindicazioni

Secondo una delle ultime ricerche elaborate dalla Facoltà di medicina dell’Università di Firenze, pubblicate dalla rivista statunitense Proceedings of the national academy of sciences (Pnas), il Wasabi consumato regolarmente favorirebbe un innalzamento della soglia del dolore. Le sostanze presenti all’interno del Wasabi favorirebbero inoltre l’azione antibatterica in abbinamento al pesce crudo grazie alla presenza di isotiocianati tra cui: 6-metiltioesil isotiocianato,  7-metiltioeptil isotiocianato, 8-metiltiottil isotiocianato.

La spezia viene inoltre chiamata anche ‘namida’, ovvero “lacrime”, in virtù dei suoi effetti collaterali sotto assunzioni eccessive, in grado di provocare una lacrimazione oculare. Il Wasabi stimola direttamente la mucosa nasale, a differenza dell’effetto della spezia del peperoncino in bocca, provocando un’elevata sensazione di dolore fino alla lacrimazione sotto alte assunzioni. Tra i surrogati del Wasabi, a causa del suo alto costo di mercato, si trovano miscele a base di polvere di rafano colorato, in abbinamento alla microalga Spirulina. Le foglie di Eutrema japonicum possono inoltre essere utilizzate all’interno delle insalate, pane e formaggi. La stessa pianta, oltre alla spezia, può essere utilizzata per la produzione di particolari vini e liquori.