Terapia di Coppia: guida completa

La coppia non è una dualità statica. Dal momento in cui ci si conosce e si decide di dare vita a un progetto comune, le cose possono cambiare. I due poli della diade, infatti, sono persone che, se il percorso sentimentale è sano, hanno mantenuto una propria individualità. Ciò vuol dire evoluzione e mutamento e, in diversi casi, una situazione che non è più compatibile con quella del progetto di coppia iniziale.

Nelle circostanze in cui i due individui che cambiano non procedono nella medesima direzione, si può avere a che fare con delle vere e proprie crisi. In questi frangenti, l’intervento di un terapeuta può rivelarsi risolutivo.

Come funziona la terapia di coppia

Come funziona la terapia di coppia? Rispondere a questa domanda vuol dire ricordare innanzitutto che non è detto per forza che, per andare da un terapeuta, sia necessario avere dei problemi. La terapia di coppia, infatti, è un percorso indicato anche nelle situazioni in cui si ha semplicemente intenzione di conoscere meglio l’altra persona con la quale si divide la vita, rafforzando i processi di comunicazione.

Il percorso parte con l’inquadramento, da parte del terapeuta, della storia della coppia e dei percorsi che hanno caratterizzato la vita dei due individui che la compongono. Si cerca, partendo da questi dati, di contestualizzare il disagio nel momento specifico del percorso di crescita della diade e delle due persone che la formano.

Attraverso lo strumento della relazione terapeutica, tra le peculiarità che differenziano il lavoro dello psicoterapeuta, che ha alle spalle quattro anni di formazione in più dopo l’esame di abilitazione, da quello dello psicologo, il professionista guida i suoi pazienti verso la demolizione di quelle convinzioni limitanti che possono portare, per esempio, a pensare che la responsabilità della crisi sia unicamente del partner.

L’approccio della terapia di coppia, esattamente come tutti i percorsi condotti da uno psicoterapeuta, si snoda all’insegna dell’assenza di giudizio. A seconda della situazione di partenza, si può decidere se fissare gli incontri a cadenza settimanale o ogni quindici giorni.

In linea generale, le prime due o tre sedute servono al terapeuta per formulare una diagnosi. Archiviata questa fase, il professionista definisce, insieme con i pazienti, gli obiettivi da raggiungere. Nelle sedute successive, lo psicoterapeuta può, se lo ritiene opportuno, assegnare alla coppia di pazienti dei veri e propri compiti a casa sui quali riferire in occasione dell’incontro successivo.

Quando è indicata?

A questo punto, è naturale chiedersi in quali casi è indicata la terapia di coppia. Nelle righe precedenti, ne abbiamo elencati solo alcuni. Come sottolinea la Dottoressa Montano di Pescara, professionista che vanta un’esperienza ultradecennale nei percorsi di terapia destinati alle coppie di tutte le età, due partner possono decidere di contattare uno psicoterapeuta anche per gestire meglio un divorzio o una separazione.

Entrando nel vivo dei fattori che possono provocare una crisi di coppia gestibile con l’aiuto di uno psicoterapeuta troviamo le problematiche relative alla sfera sessuale, la gestione dei figli, il sospetto di un tradimento.

Da non dimenticare è poi il ruolo del denaro, una tematica sempre più rilevante nella quotidianità delle coppie e delle famiglie che, di sovente, provoca conflitti tra i partner.

Cosa sapere prima di affrontare una terapia di coppia

Nonostante la diffusione, cresciuta soprattutto negli ultimi tre anni a causa dei fattori di crisi generale che hanno portato tantissime persone a riflettere sull’equilibrio e sulla sostenibilità della propria coppia, della psicoterapia, questo mondo è ancora oggetto di diversi interrogativi.

Chi valuta di affrontare una terapia di coppia si chiede, per esempio, se i partner vengono ascoltati assieme. La risposta è affermativa. Non c’è quindi il pericolo che un membro della coppia dica qualcosa senza che l’altro lo sappia.

Il ruolo del professionista

Il ruolo del professionista nell’ambito della terapia di coppia è, come già accennato, quanto di più lontano ci sia dal giudizio. Lo psicoterapeuta può essere definito come un arbitro che si pone in una posizione neutrale rispetto alle problematiche sia dei singoli membri della coppia, sia della diade.

In alcuni casi, si può adottare l’approccio della coterapia. In cosa consiste? Nella presenza in studio non di uno, ma di due psicoterapeuti. Si tratta di una scelta caratterizzata da diversi vantaggi. Tra questi è possibile citare, per esempio, la possibilità di gestire in maniera più agevole il conflitto tra i due membri della coppia.

Da non trascurare è anche la possibilità, per la coppia che si sottopone alla terapia, di rispecchiarsi nella dinamiche di una diade che riesce a dialogare e a gestire eventuali contrasti.

Cosa aspettarsi da una terapia di coppia?

La terapia di coppia non è una bacchetta magica. Affinché il percorso funzioni, è necessario che entrambi i partner siano motivati e che, in caso di assegnazione dei compiti, tutti e due i membri della coppia seguano le indicazioni del terapeuta.

Concludiamo ricordando il fatto che, se non ha una laurea in medicina oltre a quella in psicologia e alla specializzazione in psicoterapia, il terapeuta non può prescrivere farmaci.