Scheletro Umano e Sistema Scheletrico
Scivolare su una lastra di ghiaccio e rialzarsi un po’ contusi è cosa abbastanza frequente d’inverno, e tutto finisce di solito con qualche livido.
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Ma può anche accadere che le cose abbiano un esito meno felice; una slogatura, per esempio, o peggio ancora una frattura potrebbero trasformare una lieta passeggiata in un incidente doloroso.
Vien fatto allora di chiederci come può uno scheletro come il nostro sopportare pesi gravosi senza deformarsi (pensate ai facchini, agli scaricatori, ai sollevatori di pesi) e poi per una insignificante scivolata frantumarsi come una lastra di vetro.
Osserviamo allora nei particolari questo nostro scheletro e analizziamolo anche chimicamente; ci svelerà forse il segreto della sua forza e insieme della sua fragilità.
Lo Scheletro Umano è composto da Ossa Piatte, Ossa Corte e Ossa Lunghe
Guardando qualche volta una figura che lo rappresenti completo, vi sarete resi conto che lo scheletro è una specie di impalcatura che sostiene i muscoli; avrete anche notato che le ossa che lo compongono non sono tutte uguali. Sono infatti di tre tipi: ossa piatte (cranio e scapola), corte (polso e calcagno) e lunghe (braccio e gamba).
Ogni forma è giustificata da un diverso compito: vi immaginate il cranio protetto da ossa lunghe e il braccio formato da un osso piatto? Le ossa piatte sono più adatte, infatti, a formare una cavità nella quale trovano protezione gli organi molli.
Il cranio, per esempio, è una cupola che difende il cervello e l’insieme delle costole è una gabbia che racchiude i polmoni e il cuore.
Le ossa lunghe sono invece più adatte al movimento; le gambe e le braccia, le parti più mobili del nostro corpo, sono sostenute da ossa di questo tipo.
Come è fatto il Sistema Scheletrico
Vediamo come è fatto il nostro scheletro nel suo insieme, tutte le ossa gravitano attorno a un asse centrale: la colonna vertebrale. Essa è costituita di 33-34 pezzi ossei, foggiati grosso modo ad anelo, chiamati vertebre; la sovrapposizione di queste determina un canale in cui si trova il midollo spinale. Alla colonna vertebrale si articolano: il capo e gli arti superiori e inferiori.
Il Capo e le Ossa del Cranio
Nel capo distinguiamo: il cranio (che protegge il cervello) e la faccia. Le ossa che formano il primo sono otto: un frontale che costituisce la fronte; due parietali, in alto, che formano la volta cranica; due temporali che formano le tempie; un occipitale, nella nuca; uno sfenoide e un etmoide, in basso internamente.
Quelle della faccia sono 14, due di esse, cioè le mascelle, portano i denti e solo una di esse è mobile cioè capace di spostamenti: si tratta della mascella inferiore o mandibola.
Ossa del Tronco
Vediamo ora rapidamente quali sono le ossa che compongono il tronco. Le vertebre che formano la spina dorsale non sono tutte né della stessa forma né della stessa grandezza, e se guardate la colonna vertebrale di profilo, vi accorgerete che non è nemmeno diritta.
Vi stupisce tutto ciò? In realtà è un bene che sia così: le curve che riscontrate nel collo, nel dorso, nella vita, sono equilibratrici del peso del capo, del torace, dell’addome che, essendo posti tutti anteriormente, ci costringerebbero, col loro peso, a piegarci in avanti, e quindi a cadere.
Tra una vertebra e l’altra esiste il disco intervertebrale formato di cartilagine. A che cosa servirà mai? Ad attutire gli urti e a dare maggiore elasticità a tutto l’insieme.
Quando, per esempio, rimanete a lungo in piedi, il peso del vostro corpo schiaccia i dischi come farebbe con un cuscinetto di gommapiuma; se invece state sdraiati un po’ a lungo (di notte, per esempio) essi tornano a distendersi; se poi rimanete a letto per alcuni giorni, vi può succedere di sentirvi dire, quando vi alzate, che siete diventati più alti. In realtà, la vostra statura non c’entra affatto e non è affatto cambiata.
Sono solo i cuscinetti di cartilagine che si sono distesi durante la vostra degenza e che presto torneranno alle dimensioni normali, essendo di nuovo compressi.
Nel tronco è possibile vedere ancora la cassa toracica e le due cinture che sostengono braccia e gambe.
La cassa toracica è formata da 12 paia di ossa lunghe e strette, le costole, che, partendo dal dorso, cioè dalle vertebre, si congiungono quasi tute sul davanti a un osso piatto, detto sterno. La cassa toracica, che forma le spalle, serve a sostenere le braccia; è formata di due scapole, nel dorso, e di due clavicole nella parte anteriore.
Le gambe invece sono attaccate al bacino, o cintura addominale, che per la sua forma a conca po’ contenere anche gli organi molli dell’addome, cioè i visceri.
Ossa Arti Superiori e Arti Inferiori
Le ossa di cui sono costituite le braccia e le gambe hanno molta somiglianza tra loro. Nel braccio troviamo l’omero, che è l’osso che si articola con la spalla e con il gomito; dopo il gomito, cioè nell’avambraccio, si vedono due ossa, il radio e l’ulna. La mano invece è costituita di tre parti, il polso, il palmo e le dita.
Il polso è formato da otto piccole ossa che formano il carpo, il palmo della mano di cinque ossa più lunghe che formano il metacarpo, e le dita sono costituite di tre falangi ciascuna. Fa eccezione il pollice che ne ha solo due essendo più breve delle altre dita. Il pollice viene definito opponibile perché può piegarsi all’interno della mano permettendo la presa degli oggetti.
Nella gamba vi sono: la coscia, la gamba e il piede; nella coscia troviamo il femore, nella gamba la tibia e la fibula, mentre il piede, come la mano, presenta tre parti distinte e cioè il calcagno, la pianta e le dita. Il calcagno, insieme ad altre ossa, forma il metatarso, mentre le dita, come quelle della mano, sono formate di falangi. L’alluce corrisponde al pollice della mano e, come questo, possiede due sole falangi.
Fratture Ossee dello Scheletro Umano
Definizione di Frattura: per frattura si intende la rottura di un osso e si verifica specialmente in seguito a cadute, schiacciamenti, urti o colpi violenti.
Sintomi di una Frattura
Una frattura si manifesta con questi segni:
- dolore acuto della parte fratturata e impedimento a compiere le normali funzioni (per esempio, movimento della gamba, del piede, del braccio o della mano);
- angolazione e accorciamento se si tratta di un arto;
- scricchiolio dei frammenti dell’osso fratturato, quando la parte lesa viene mossa.
I Vari Tipi di Fratture Ossee
La frattura può essere semplice (se la pelle non è lesa), o complicata, o esposta se i frammenti dell’osso hanno perforato la pelle ferendola.
Nelle fratture semplici è necessario immobilizzare la parte fratturata (braccio o gamba) su stecche di legno, servendosi di fasciature senza cercare di mettere a posto l’osso. Questa è opera del medico. Sarà necessario usare molta precauzione e immobilizzare l’arto così come si trova.
Nelle fratture complicate sarà necessario disinfettare la ferita con alcool iodato e coprire con garza sterile i frammenti che sporgono, oltre che immobilizzare come per la frattura semplice.
Le fratture più pericolose sono quelle alla colonna vertebrale e si manifestano con impossibilità di piegare il dorso e talvolta con paralisi degli arti inferiori. Occorre chiamare il medico con urgenza e, se deve essere trasportato, distendere il ferito con la massima precauzione su una barella rigida, servendosi dell’aiuto di più persone che devono agire delicatamente e contemporaneamente.