Rabarbaro: Proprietà, Benefici e Controindicazioni
Il Rabarbaro è una pianta erbacea perenne e rizomatosa (il Rizoma è quella particolare parte della pianta ingrossata che si estende di solito orizzontalmente sottoterra con funzione di riserva) presente e diffusa sia nel Vecchio Continente Europeo, sia in quello Asiatico.
Indice
Questa pianta, appartenente alla famiglia delle Polygonaceae cresce spontaneamente, ma può anche essere coltivata: questa sua versatilità ne ha contraddistinto l’evoluzione in 60 specie diverse finora conosciute. Nel rizoma ci sono parecchi tessuti parenchimatici di riserva ricchi di amido, necessario alla vita della pianta. Vediamo quali parti di questa pianta sono utilizzabili nelle diverse applicazioni e perché, nonché le proprietà e gli usi che possiamo fare del Rabarbaro.
Come Usarlo
Così come altre applicazioni, anche questa pianta ha una storia millenaria. Conosciuta dagli antichi sin dal 2.700 avanti Cristo, i Cinesi, soprattutto, solevano utilizzarla sia in cucina per scopo alimentare, sia nelle applicazioni mediche. Tra le popolazioni occidentali, invece, l’utilizzo del rabarbaro è abbastanza recente, seppur non proprio diffusissimo e circoscritto solo a una platea di fortunati che riconoscono le fantastiche virtù delle parti di questa pianta.
Il rabarbaro è una pianta formata da diverse parti con differenti caratteristiche sia organolettiche, sia in riferimento ai principi nutritivi e alle proprietà intrinseche. Proprio per questo, occorre comprendere appieno la fisionomia della pianta stessa e l’utilizzo che se ne può fare.
Tra le parti del Rabarbaro, in cucina sono utilizzati
- I piccioli. Si utilizzano per la preparazione di alcuni piatti, ma sono particolarmente usati nel fare le confetture e le torte.
- Le foglie. Sono mangiate in modo simile agli spinaci, ma con una differenza sostanziale: hanno un’alta concentrazione di acido ossalico e occorre attenzione nell’inserirle in una dieta o un regime alimentare. Consigliamoci sempre con il medico che valuterà eventuali rischi per la nostra salute, in modo da mettere sul piatto della bilancia i benefici e gli aspetti negativi.
- Il rizoma. In erboristeria e nella Fitoterapia.
Nella para-medicina, invece, della pianta si utilizza la parte sotterranea di cui abbiamo evidenziato le caratteristiche: il rizoma, ossia il fusto allungato. Tra le varianti del rabarbaro che trovano applicazione nella farmacopea, considerata tra le piante officinali, abbiamo la specie “Rheum palmatum“, meglio conosciuta nel volgo con il nome di “rabarbaro cinese” in ragione dell’utilizzo medicinale antico di questa pianta che cresce in Asia.
Se si vuole utilizzare il rizoma a questo scopo, occorre seguire determinate regole tassative e una procedura idonea, ovvero:
- Raccolta del rizoma da piante che hanno più di un anno di vita.
- Questo va decorticato, ossia privato della corteccia esterna.
- Va sezionato e diviso poi in frammenti.
- Va lasciato essiccare.
Solitamente i rizomi sono raccolti nel periodo pre-estivo, da maggio a giugno.
Proprietà e Benefici
Come detto, il rabarbaro, oltre che a tavola, trova applicazione anche nell’erboristeria, ovvero nella fitoterapia, quella particolare scienza che applica i principi contenuti nei vegetali per la cura di alcune disfunzioni o patologie.
Il rizoma è dunque la parte del rabarbaro che viene utilizzata per questi scopi, in quando funge da riserva ed è piena di elementi nutritivi che la pianta trattiene per la sua sopravvivenza. Tra le proprietà riconosciute di questo elemento, abbiamo:
- Regolatore ed equilibratore delle funzioni intestinali.
- Lassativo naturale.
Attenzione, però. Il rizoma del rabarbaro ha proprietà lassative molto potenti ed è una purga naturale vera e propria. Utilizziamolo in questo modo solo ed esclusivamente se necessario e, soprattutto, sotto consiglio e monitoraggio del medico curante che ci darà il nulla osta o meno all’utilizzo.
In erboristeria, dunque, magari insieme ad altre sostanze, il rabarbaro si utilizza per molteplici prodotti con differenti proprietà, quali:
- Tinture e infusi.
- Prodotti che regolarizzano la fame e lasciano passare il senso di appetito. Cosa molto utile se stiamo seguendo un’eventuale dieta dimagrante.
- Prodotti e preparati di contrasto alla stipsi.
- Prodotti dedicati alle donne per regolarizzare e abbassare gli effetti negativi del ciclo mestruale, il dolore acuto correlato alla cosiddetta dismenorrea, ovvero l’assenza vera e propria di quest’evento fisiologico, la amenorrea.
Controindicazioni
Le proprietà lassative del rabarbaro, un vero e proprio elemento purificante utilizzabile nel caso di bisogni veramente importanti (non bisogna abusarne affatto), lo rendono fortemente sconsigliato in particolari casi appannaggio delle donne. Non si può utilizzare il rabarbaro se:
- Si è in stato interessante (in gravidanza).
- Si sta allattando un bambino.
In ragione della forte purga correlata e della possibilità di restare privi di liquidi e di altre sostanze necessarie allo sviluppo del bambino, non bisogna utilizzarlo in questo casi specifici.
Il rabarbaro è inoltre controindicato per:
- Bambini che hanno un’età inferiore a 2 anni.
- Persone che hanno patologie conclamate e palesi, ovvero diagnosticate o hanno sofferto nel passato di problemi gastro-intestinali.
Ricette e Uso in Cucina
Se degli utilizzi in cucina del rabarbaro abbiamo parlato principalmente per quanto concerne le foglie, edibili al posto degli spinaci, ma sconsigliatissimi per l’elevato tenore dell’acido ossalico presente, questa pianta trova uso e consumo in moltissimi altri settori eno-gastronomici.
Tutti o quasi conosciamo il liquore al rabarbaro e i digestivi che validano gli stessi effetti benefici per il sistema gastro-intestinale di cui abbiamo parlato. Il rabarbaro, comunque, trova posto ed è utilizzato anche tra gli ingredienti di molte caramelle balsamiche, ovvero alle erbe officinali miscelato sapientemente per gusto e proprietà.