Camminare fa Bene al Cuore e alla Mente, Quanto, Come e Perchè

Gli antichi latini affermavano perentoriamente “Mens Sana, in Corpore Sano” quando solevano identificare quel connubio necessario tra corpo e mente per sentirsi bene e in salute. Oltre a questo, nell’antichità non c’erano i mezzi pubblici e le comodità che abbiamo nei nostri tempi moderni: camminare, infatti, non solo era un’attività benefica, ma proprio necessaria alla stessa sopravvivenza.

Oggi, invece, potendo scegliere tra sedentarietà, servizi a casa e prodotti che ci arrivano direttamente fin sotto l’uscio, dobbiamo avere la forza e la passione di camminare perché quest’azione normale fa bene sia al cuore, agli altri organi, ma anche alla mente, al cervello.

 

Quanto Camminare

Secondo recenti studi e analisti degli esperti, non serve camminare moltissimo o correre, ma basta farlo assiduamente per assicurare alla nostra mente una serie di input ed elaborazioni necessarie alla sua vivacità e al suo benessere stesso.

Per ottenere tutto questo, basta camminare almeno mezz’ora al giorno, ma occorre farlo con passo veloce e non di certo cadenzato. La regola vale per tutte le età, anzi, è altresì consigliata sia per prevenire l’invecchiamento, sia per rallentare una degenerazione neuronale che spesso accade oltrepassata una certa soglia.

Se camminiamo, aumentiamo il numero dei neuroni del nostro cervello e questo migliora le sinapsi, i processi mentali, la memoria e le capacità cognitive. Così come ha spiegato ad AdnKronos, il Professor Emerito di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Brescia, Sergio Pecorelli (facente parte anche del Comitato Scientifico FSMI-Federazione Medico Sportivo Italiana) camminare è un’attività che possono fare tutti e che ha effetti benefici sulle cellule nervose stesse, nonché sulla vascolarizzazione del cervello, determinante per la buona salute dei tessuti nervosi.

Secondo l’esperto non bisogna lasciarsi trascinare dalla tecnologia e disporre dei contapassi come strumento di misurazione delle camminate da fare, ma occorre tornare ai vecchi metodi del passato, ovvero lasciarsi andare guardando il minutaggio, le lancette dell’orologio.

Secondo l’esperto, esiste una ricetta per la salute del nostro cervello e la cosa la sottolinea anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che determina una vera e propria indicazione quasi terapeutica decretata nelle parole del luminare:

Si parla spesso dei famosi 10 mila passi al giorno, e tutti abbiamo un contapassi sul telefonino. Ma l’unità di misura più corretta è rappresentata dai minuti. L’ideale, lo dice anche l’Organizzazione mondiale della sanità, è fare almeno mezz’ora al giorno di camminata veloce, minimo per 5 giorni a settimana.

 

Quando

Il Professore sottolinea come camminare, oltre a essere un’azione normale e quotidiana, debba avere quasi una “prescrizione”, ossia un atteggiamento rivolto da chi educa le persone, sin da bambini, ad amare il movimento. Bisogna cominciare sin da piccoli, lasciando che i bambini, afferma l’esperto, dai 2 ai 5 anni, facciano movimento almeno 3 ore al giorno. Di qualsiasi tipo esso sia, dal gioco allo sport.

Proprio in ragione della stessa naturalezza riportata dalle tradizioni antiche, il movimento è fondamentale per prevenire alcune patologie degenerative anche a carico del cervello. Non si tratta di certo di una banalità perché, a fronte di una generazione che invecchia sempre di più, bisogna puntare il dito sulla capacità di questa d’invecchiare bene e mantenersi sani nonostante la fisiologia del corpo.

Dai dati emersi nel mondo, la principale patologia che colpisce le capacità fisiche e mentali dell’uomo a livello cerebrale, l’Alzheimer, già grave nei numeri attualmente (più di 50 milioni di persone nel mondo ne soffrono), diverrà un vero e proprio problema mondiale nel 2050. In pochi anni, si stima che i malati di questa demenza saranno ben 135 milioni.

Per prevenire questo trend preoccupante, l’attività fisica e la camminata, sono le armi migliori che abbiamo, sottolinea l’esperto.

 

Chimica del Cervello

Secondo le affermazioni del noto professore, il fatto che camminare faccia bene ha una spiegazione chimico-neurologica riconosciuta. L’azione presupporrebbe uno stimolo diretto alla produzione del fattore neutrofico cerebrale BDNF (Brain-derived neurotrophic factor).

Questo fattore va a incidere sull’ippocampo anteriore, quel particolare settore del nostro sistema nervoso centrale dove sono costruite le cellule basilari per la memoria e le attività cognitive, le prime a essere distrutte e rese disfunzionali dai processi degenerativi correlabili a morbi come Alzheimer.

Secondo Pecorelli, l’attività fisica oltre che stimolare la produzione di questo fattore, determina anche una rilevanza nell’ambito cardiovascolare apportando una maggiore efficienza a livello metabolico. Queste le parole del professore:

I nostri muscoli dopo l’allenamento mettono in circolo una serie di sostanze tra cui i fattori di crescita vascolare, che passano la barriera emato-encefalica e permettono di costruire nuovi piccoli vasi, i quali portano nutrimento ed energia alle nuove cellule.

 

Consigli Utili

Per il futuro, dunque, il consiglio è quello di camminare e di mettere mano alla vecchia tuta stipata dell’armadio e a quelle scarpette che abbiamo dimenticato, impolverate in quell’angolino in ragione di TV, smartphone e chissà quale altro congegno tecnologico che, utilissimo, non può e non deve rovinare la nostra vita.

Pecorelli ci ricorda che non è mai troppo tardi e non bisogna di certo abbattersi:

Se a 65-70 anni una persona si ripromette di fare una camminata veloce di mezz’ora al giorno, anche 45 minuti se può, alla fine dell’anno avrà l’1% in più di cellule cerebrali. Avrà, dunque, una riserva cellulare maggiore che gli servirà per la memoria e le capacità cognitiva.

L’importante, ricorda lo specialista, sono semplici regole da seguire, a partire dall’ abbigliamento e gli strumenti che si usano:

  • Compriamo o usiamo scarpe comode, magari con suole più larghe in modo da evitare possibili cadute e avere più impronta al suolo.
  • Camminiamo in gruppo, in coppia, ma mai da soli.
  • Seguiamo percorsi e itinerari che siano sicuri e non spingiamoci oltre i nostri limiti.
  • Cambiamo, se possibile, percorsi. Non abituiamoci, ma sperimentiamo nuovi tragitti e osserviamo la natura. Maggiori sono gli input per il nostro cervello, maggiore sarà il beneficio.
  • Non siate sedentari. Il rischio è superiore a quello di farsi male camminando (il che, comunque, rimane presente tra le cose da mettere in conto e l’equipaggiamento adatto può aiutarci, compresi bastoni da trekking, etc.).